
Visione artistica e pratica della Highline (con Antoine Mesnage)
Sono sempre stato attratto dall'highlining. A 16 anni ho scoperto lo sport dello slacklining. Un vero schiaffo in faccia: ho trascorso il mio tempo in linea, a terra, allungandomi sempre di più, fino alla mia prima highline. Una rivelazione, una trasformazione. Che emozione, che lotta, che sforzo... Ma soprattutto che bellezza! L'estetica di questo sport è assoluta. Siamo vicini all’arte, alla creazione di un dipinto effimero, tra cielo e terra. Credo di aver sempre avuto questa visione. E per esprimere tutto questo ho iniziato a scattare fotografie, diventando anche un fotografo professionista. Naturalmente non fotografo solo l'highlining, ma resta il mio sport preferito da fotografare. Perché parla a me, ma anche perché parla a tutti. Stare in equilibrio su un filo non è solo un'impresa per un funambolo, è un'impresa per chiunque cerchi costantemente l'equilibrio nella propria vita. O meglio, cerca di contrastare gli squilibri, perché il delicato equilibrio esiste solo temporaneamente. Nel nostro universo siamo tutti funamboli e credo che la highline rappresenti proprio questo. E il vuoto porta con sé questa dimensione mistica, sognante e audace che tanto mi affascina.
Penso che sia questo che mi spinge, da un lato, a praticare questo sport e, dall'altro, a fotografarlo. Ho anche realizzato un film, Arves en Ciel, che racconta la storia di una meravigliosa avventura umana: l'installazione di un'incredibile highline sulle Aiguilles d'Arves.
Presto girerò nuovi film, sempre con l'obiettivo di far emergere l'intensa emozione che l'highlining regala.
Quindi, tenete d'occhio questo spazio!